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E’ sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni Sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni. La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d’ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali.
In cinque decenni di carriera, ha al proprio attivo oltre cento incisioni, di cui venticinque a proprio nome. Avvicinatosi alla tromba nel '57, grande ammiratore di Miles Davis e Chet Baker, Enrico Rava comincia a suonare giovanissimo nei club torinesi. Nel '62 conosce Gato Barbieri, al cui fianco due anni dopo incide la colonna sonora del film di Giuliano Montaldo "Una bella grinta". In quegli anni incontra Don Cherry e Steve Lacy, con il quale suona in quartetto tra Londra e Buenos Aires (ed è in Argentina, nel '66 che il quartetto registra l'album "The Forest and The Zoo"). Nel '67 Rava è a New York, dove rimarrà per circa dieci anni, frequentando musicisti come Roswell Rudd, Marion Brown, Rashied Ali, Cecil Taylor, Carla Bley, Charlie Haden e incidendo anche con la Jazz Composer's Orchestra di Carla Bley. A partire dal '72, anno in cui pubblica "Il giro del giorno in 80 mondi", il primo disco a proprio nome, Rava dirige quartetti (sia nei club newyorkesi che in tournée in Europa e Argentina) quasi sempre privi di pianoforte.
Le collaborazioni e le incisioni si susseguono, preziose, a ritmo serrato, al fianco di prestigiosi musicisti italiani, europei, americani: tra cui Franco D'Andrea, Massimo Urbani, Joe Henderson, John Abercrombie, Palle Danielsson, Jon Christensen, Nana Vasconcelos, Miroslav Vitous, Daniel Humair, Michel Petrucciani, Charlie Mariano, Joe Lovano ( con il quale agli inizi degli anni ‘90 dirige un quintetto), Albert Mangelsdorff, Dino Saluzzi, Richard Gallliano, Martial Solal, Archie Shepp e molti altri.
Ha effettuato numerose tournèe negli Stati Uniti, Giappone, Canada, Europa, Brasile, Argentina, Uruguay partecipando ai più importanti festival (Montreal, Toronto, Houston, Los Angeles, Perugia, Antibes, Berlino, Parigi, Tokyo, Rio e San Paolo). E’ stato innumerevoli volte eletto musicista dell’anno nei referendum TOP JAZZ indetti dalla rivista Musica Jazz.
I primi anni del nuovo millennio sono stati gratificanti per Enrico Rava. Nel 2002 viene nominato “Cavaliere delle Arti e delle Lettere” dal Ministro della Cultura Francese ed è stato il primo musicista italiano a ricevere il prestigioso “Jazzpar Prize”, riconoscimento conferito annualmente a Copenaghen da una giuria internazionale, noto come il “Nobel del Jazz”.
Negli ultimi due anni è comparso ai primi posti del referendum indetto dalla rivista americana Down Beat, nella sezione riservata ai trombettisti di tutto il mondo.
Nel gennaio 2004 si è esibito per una settimana nel prestigioso Blue Note di New York, bissando ancora il successo alla Town Hall e poi ancora al Birdland (2006 e 2008). Attualmente, oltre al proprio quintetto, ama esibirsi in duo con il pianista Stefano Bollani, con un gruppo di giovanissimi talenti, denominato Rava New Generation e con l'ottetto Rava Special Edition.
Nel 2004, dopo 18 anni, il Cd Easy Living segna il suo ritorno alla ECM. Seguono sempre per la Ecm Tati inciso sul finire del 2004 a New York con Stefano Bollani e Paul Motian, nel 2007 The Words and the Days inciso in quintetto con Gianluca Petrella, Andrea Pozza, Rosario Bonaccorso, Roberto Gatto e The Third Man in duo con Stefano Bollani.