Enrico Rava, nato a Trieste nel '39, ma torinese di adozione, è indubbiamente il jazzista italiano più conosciuto
a livello internazionale. In oltre quarant’anni di carriera, il trombettista, flicornista, compositore ha al proprio attivo
oltre cento incisioni. Avvicinatosi alla tromba nel '57, grande ammiratore di Miles Davis e Chet Baker, Enrico Rava comincia a
suonare giovanissimo nei club torinesi. Nel '63, conosce Gato Barbieri, al cui fianco due anni dopo incide la colonna sonora del
film di Montaldo Una bella grinta. In quegli anni incontra Don Cherry, Mal Waldron e Steve Lacy, con il quale suona free
jazz in quartetto tra Londra e Buenos Aires (ed è in Argentina, nel '66, che il quartetto registra l'album The Forest
and The Zoo).
Nel '67, Rava è a New York ed entra in contatto con l'avanguardia free, tra cui Roswell Rudd, Marion
Brown, Rashid Ali, Cecil Taylor, Carla Bley. Dopo una parentesi italiana, che lo vede esibirsi con vari musicisti, tra cui Franco
D'Andrea, e registrare a Roma con Lee Konitz e a Brema con Manfred Schoof, nel '69 riparte per New York, dove rimarrà per
otto anni. I primi tempi suona soprattutto con Rudd, Bill Dixon e la Jazz Composer's Orchestra di Carla Bley, sotto la cui direzione
partecipa all'incisione di Escalator Over the Hill. A partire dal '72, anno in cui pubblica Il giro del giorno in
80 mondi, il primo disco a suo nome, Rava dirige quartetti (sia nei club newyorkesi che in tournée in Europa e Argentina)
quasi sempre privi di pianoforte.
Le collaborazioni e le incisioni si susseguono, preziose, a ritmo serrato, al fianco di prestigiosi
musicisti italiani, europei, americani: tra questi John Abercrombie, Joe Henderson, Roswell Rudd, Cecil Taylor, Ray Anderson,
Dollar Brand, Franco D'Andrea, Massimo Urbani, Miroslav Vitous, Daniel Humair, Paul Motian, John Taylor, Archie Shepp, Misha
Mengelberg, Lee
Konitz, etc. etc. Musicista rigoroso e strumentista raffinato, questo poeta della tromba è anche un sensibile ed abile compositore,
amante del jazz, ma capace di suonare nei più disparati contesti e di fondere nel suo personalissimo stile influenze musicali
molteplici, dalla musica sudamericana al funk, al rock.
I primi anni del millennio sono stati gratificanti per Enrico Rava. Nel
2002 il trombettista è stato insignito del titolo di Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese
e ha ricevuto il JazzPar Prize in una serata speciale al Tivoli di Copenaghen. Conferito annualmente da una giuria internazionale, è un
riconoscimento culturale noto come il "Nobel del jazz". È stato il primo italiano destinatario di questa onorificenza,
che prevede anche un premio economico di 200mila corone danesi (circa 25.000 euro) e sulla quale ha composto la spiritosa istant
song “Happiness Is To Win A Big Prize In Cash”. In contemporanea uscivano per l'etichetta francese Label Bleu
i due capitoli del "Montreal Diary", che contenevano le registrazioni effettuate nel luglio 2001 al festival canadese
di Montreal dove il trombettista si era esibito con grande successo nell'arco di più serate.
Nel gennaio 2004 è stato
invitato col suo quintetto al mitico Blue Note di New York - una settimana di sold out. Due mesi più tardi usciva Easy
Living, il disco che segna il suo ritorno alla Ecm, dopo 18 anni. Nelle stesse settimane appariva Note necessarie,
un’autobiografia sui generis scritta in collaborazione col giornalista Alberto Riva che rivela, in parole che suonano
come la sua musica, la felice salute artistica del “Poeta della tromba” dopo un’attività che abbraccia
cinque decenni. Per la Ecm seguono Tati inciso a New York sul finire del 2004 con Stefano Bollani e
Paul Motian e nel 2007 The Words and The Days registrato con Gianluca Petrella, Andrea Pozza, Rosario Bonaccorso
e Roberto Gatto.