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Il pianista - compositore
Umberto Petrin è noto per la sua affiliazione alla conclamata
Italian Instabile Orchestra, dove nel 1997 è stato chiamato
a sostituire Giorgio Gaslini, oltre che per vari progetti solistici.
Tra i massimi esponenti del pianismo jazz nazionale, Petrin integra
una formazione classica specializzata sui grandi compositori del Novecento,
che resta decisiva nel suo controllo dei suoni e dei timbri, con un
colto e disincantato approfondimento del repertorio di Lennie Tristano
e di Thelonious Monk.
Ha già sperimentato con successo la fusione tra musica improvvisata
e recitazione, in collaborazione con l'attore Giuseppe Cederna e con
il grande "poeta sonoro" Luigi Pastelli. Considera "l'improvvisazione
una forma di rigore, secondo cui devi suonare Tristano o Skrjabin
senza perderli di vista. Non puoi accontentarti di suonare qualcosa
che gli assomigli, che abbia lo stesso giro di accordi: no, perché
tu stai girando su 'quel' tema". |
Umberto Petrin
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Stefano Benni |
Stefano Benni, giornalista, scrittore e poeta di successo, non è
nuovo a contaminazioni tra poesia e musica. È un sincero testimonial,
in Italia, del connubio tra jazz e letteratura, anche se non si ritiene
un intenditore ("un mio amico dice che sono un monkiano monomaniaco").
La sua è una passione totale: "È una musica che
non mi fa pensare al relax ma alla fatica, alla battaglia".
Del jazz, l'autore del Bar sotto il mare e della Compagnia
dei Celestini ama soprattutto la vocazione all'improvvisazione,
che gli fornisce un coerente parallelo con l'arte dello scrivere parole.
"Insomma, l'improvvisazione che cos'è? È l'unicità,
il momento in cui tu veramente ti esprimi con le tue parole (o con
le note). Uno scrittore legge libri, li assorbe e poi scopre poco
alla volta che sta nascendo una scrittura sua. L'improvvisazione nella
scrittura assomiglia a un piacere libero della lingua e dell'immaginazione".
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Di recente Benni ha portato nei teatri lo spettacolo Sconcerto,
in cui recita liriche dalla propria collezione Blues in Sedici
a fianco del violoncellista e contrabbassista romano Paolo Damiani
(anch'egli, incidentalmente, nei ranghi dell'Italian Instabile Orchestra),
di Paolo Fresu, Gianluigi Trovesi, Aires Tango e di gruppi di musicisti
marocchini e algerini.
Il sodalizio con Petrin è nato con l'album Particles,
in cui il pianista di Broni accompagna l'elegia "Il silenzio
di Monk". Misterioso, lo spettacolo che i due hanno
ideato, è improntato da una poetica, nelle parole di Petrin,
"che va verso il silenzio, nel senso che sfocia in una dimensione
estremamente rarefatta, quasi a rappresentare gli ultimi sette anni
della vita di Thelonious Monk, in cui il grande pianista smise di
suonare e perfino di parlare, trascorrendo le giornate sdraiato o
seduto in totale silenzio".
Nel corso del reading il poeta riunisce citazioni dalla biografia
di Monk a brani di Allen Ginsberg, Dylan Thomas, Geoff Dyer e suoi
originali, per terminare con un'emozionante versione voce/piano del
classico monkiano che intitola la serata. |
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