Dal 15 al 28 novembre 2006 | |||
Mercoledì | 15 | OMEGNA (VB) | Teatro Sociale, Via Carducci 8, ore 21 |
Venerdì | 17 | CASALE MONFERRATO (Al) | Salone Tartara, Piazza Castello, ore 21 |
Sabato | 18 | GAGLIANICO (Bi) | Auditorium Comunale, Via XX Settembre 10, ore 21 |
Domenica | 19 | PINEROLO (To) | Circolo Sociale, Via Duomo 1, ore 21 |
Martedì | 21 | ASTI | Sala Pastrone – Teatro Alfieri , Via Al Teatro 2, ore 21 |
Mercoledì | 22 | ALESSANDRIA | Sala Ferrero Teatro Comunale, Via Savona 1, ore 21 |
Venerdì | 24 | VESPOLATE (No) | Sala Carlo Zabarini, Via Don Minzioni , ore 21 |
Sabato | 25 | TORINO | Piccolo Regio Puccini, P.zza Castello 215, ore 21 |
Domenica | 26 | SAVIGLIANO (Cn) | Teatro Milanollo, Piazza Turletti 7, ore 21 |
Martedì | 28 | VERCELLI | Teatro Civico , Via Monte di Pietà, 15, ore 21 |
Il tuono fracassante che era nelle voci imperiose di Big Maybelle Smith, Sister Wynona Carr e Big Mama Thornton, grandi maestre del R&B degli anni Cinquanta, riecheggia nel canto verace e veemente di Linda Rodney, interprete blues a tutto orizzonte originaria di Greenville, South Carolina. Il nome con cui Linda è nota nell’odierno circuito blues, non a caso, è Chocolate Thunder, Tuono di Cioccolata, concepito con un tocco di gustosa autoironia e insieme di orgogliosa identità afroamericana che fa venire alla mente un classico prebellico di Barbecue Bob Hicks, suo illustre predecessore sulla scena musicale del Sud-Est: “So glad I’m brownskin, chocolate to the bone”.
Cresciuta nel segno del gospel e del blues in una famiglia di eccellenti voci femminili e maschili, nelle quali coglieva il riflesso di Bessie Smith e Mahalia Jackson, Shirley Caesar e Muddy Waters, Linda ha coltivato la fiera eloquenza del suo muscolare strumento bruno, il suo senso spiccato dello storytelling (“entra nel cuore della canzone,” le diceva sempre una zia, “raccontane la storia”), prima nel coro della chiesa quindi sui palcoscenici teatrali di Greenville, come vibrante presenza canora in una serie di musical tra cui il popolare The Best Little Whorehouse in Texas.
La scelta definitiva di una carriera blues l’ha portata a dividere la scena con veterani quali Sonny Rhodes, Eddie Kirkland, Cootie Starks, e a fare da opening act in concerti di B.B. King e altri luminari: e un bell’album del 2002 ha rivelato tutto il suo piglio di blues lady e il suo talento e la sua versatilità di songwriter. Pubblicato su etichetta House Cat, Barking Up the Wrong Tree è una ben articolata raccolta di shuffles (“When a Man Says I Do”) e ballate (la suggestiva “Carolina Blue”), hard blues elettrici (“Hey You There” e il brano del titolo, con la sua sapida metafora canina) e blues pianistici dal clima after hours (“Blues, Don’t Come Knockin’ on My Door”), blues in minore (il chiaroscurale “Twice Happy”, con la sua combinazione di lacerante rimpianto e felicità per un amore perduto e ritrovato) e l’occasionale standard (il gershwiniano “Summertime”, rivisitato in chiave jazzy), sui quali il contralto ora solenne e ora ruggente di Linda, dalle ombre profonde, dagli accenti agri e dai margini taglienti, lascia via via un’impronta di rabbia, di humor, di dolore, di giocosità, trovando spesso un prezioso rapporto dialettico con l’immaginifico armonicista Max Highwater. Autore delle musiche per i testi di Linda, Hightower è anche il chitarrista che disegna “My Mule”, un bozzetto acustico in cui la voce di Chocolate Thunder si staglia con la ferocia e la determinazione di uno holler dei campi di cotone, trovando pieghe tormentose e agrodolci, evocative di Big Maybelle.
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