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LINGUAGGI JAZZ Archivio 2003 -TORINO-

Sabato 8 marzo Piccolo Regio ore 21.15

GREG OSBY JASON MORAN DUO
Greg Osby, sax alto e soprano
Jason Moran, pianoforte


Greg Osby
Musicista innovativo e sovente controverso, Greg Osby (St. Louis, 1960) è una delle figure emerse prepotentemente sulla scena del jazz negli ultimi vent'anni. Già partner privilegiato di Jack DeJohnette, nel 1984 si trova in sintonia di intenti con personaggi come Cassandra Wilson, Geri Allen e Steve Coleman. Insieme a loro costituisce il collettivo M-Base, un sodalizio "aperto" con idee, concezioni e formazioni intercambiabili, e come altri colleghi esordisce per l'etichetta tedesca JMT.
Con una serrata discografia (tredici lavori solisti in quindici anni) si rivela in seguito uno straordinario testimonial del rinnovato catalogo Blue Note. Forte di una completa padronanza della sintassi bebop, del gusto per la complessità ritmica e di un approccio feroce al suo strumento principale, il sax alto, non ha mai temuto di rischiare. Risoluto, ambizioso al limite della provocazione, frequentatore di metriche scomode e di funk spigoloso, Osby è nondimeno in grado di smarcarsi: il suono misurato e la pura, calda bellezza di opere austere come The Invisible Hand (a fianco di icone come Jim Hall e Andrew Hill) ha sorpreso più di un critico.
Anche Jason Moran, ventottenne pianista di Houston, ama il rischio, ed è tecnicamente ben attrezzato per affrontarlo.
Di lui si è occupato Gary Giddins su Village Voice: "L'arte del piano jazz pare sovente appesantita dalla sua stessa storia.
Eppure, ascoltando Moran, chi è convinto che non sia più possibile un attacco individuale di pianoforte è costretto a ricredersi.
È uno che nel proprio tocco assimila otto decenni di evoluzioni, dallo stride al free, rifiutando di riconoscere pregiudizi stilistici".
Cuciniere di materie prime di varia fonte (da Schumann ai temi vintage di James P.Johnson - il titolo prescelto per il suo terzo album Blue Note You Got To Be Modernistic occhieggia però al futuro, al hip hop degli Afrika Bambaataa), vanta una fluidità e una cura del dettaglio ammirevoli, e il suo trio è stato degna dimora di un ospite d'eccezione, Sam Rivers. "Sono un pianista moderno, non un pioniere", ammette con rimarchevole modestia. "Non mi ritengo un precursore o un'avanguardia. Sono modernistico. Mi piace portare nuove idee a vecchi temi".
Sebbene esista una lunga familiarità sul palco e in studio tra Osby e Moran, è relativamente recente la loro collaborazione senza il supporto di una sezione ritmica. Piuttosto che una sequenza formale di arrangiamenti, il loro set, incarna un'interazione di tipo telepatico tra due personalità complementari. Osby non è tipo che bada al risparmio di note, ma ogni volta che decide di spiccare il volo in una sequenza carnosa di accordi Moran gli assicura la stabilità anticipando i suoi segnali con un sicuro drive melodico.

Jason Moran


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