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:: LINGUAGGI JAZZ 2005 ::

Sabato 19 marzo ore 21, Piccolo Regio Puccini

DAVE DOUGLAS’ NOMAD


Dave Douglas, leader e tromba
Michael Moore, sax alto e clarinetto basso
Marcus Rojas, tuba
Rubin Kodheli, cello
Tyshawn Sorey, batteria


L'impegno di Dave Douglas teso a riconciliare sfere di musica adiacenti o parallele al tradizionale linguaggio del jazz è inarrestabile. Ha guidato, in aggiunta alle più consuete forme di sestetto o quartetto, uno String Group da camera (i Charms of the Night Sky, con accordion e basso acustico), l’ottetto elettronico Sanctuary e Satya, una ricerca di tematiche e timbri indiani, per non dire delle esplorazioni con la coreografa e performer Trisha Brown o del delizioso folk cabaret eurocentrico Tiny Bell Trio, incontrato all’edizione 2001 di Linguaggi Jazz.

"I miei dischi non sono concepiti per il consumo di massa, non venderanno mai a milioni", riconosce Douglas, nonostante la sua associazione con una major discografica. Strange Liberation è uscito nel 2003 su Bluebird/RCA, emanazione della BMG, personale punto di vista sull'unilateralismo americano in Iraq. Vi partecipano eccellenti comprimari come Chris Potter e Uri Caine. L'autore, nelle note di copertina, avverte che "this is not a political record", eppure l'idea deriva da un discorso del 1967 di Martin Luther King contro la guerra in Vietnam: "I vietnamiti debbono pensare a noi come dei ben strani liberatori".

Nativo del New Jersey, emerso nei primi anni Novanta nel milieu intellettuale e metropolitano della Knitting Factory di New York, il 42enne trombettista e compositore è sempre stato fedele al proprio iniziale approccio alla musica: "mantieniti libero e aperto a nuove possibilità". Il suo postulato è irrinunciabile, quasi un manifesto: "Io presuppongo l’intelligenza dai miei ascoltatori, e non abbasserò mai i miei livelli creativi e concettuali per vendere di più. E’ la genuinità della musica che mi piace; quale che sia il genere, deve essere umana e onesta".
Genuina (e quanto mai gentile e rarefatta) è la recente proposta Nomad, dedicata alla memoria del padre, recentemente scomparso, ispirata alla spiritualità e ai miti della cultura rurale e montana, di prossima pubblicazione su cd. Sul palco, oltre alla tromba di Dave, un ensemble reclutato tra i più creativi strumentisti contemporanei.
Marcus Rojas, uno dei massimi performers mondiali di tuba, è stato negli organici dell'American Symphony Orchestra e della Metropolitan Opera, in compagini dirette da Lionel Hampton, David Byrne e Dr. John, ed ha partecipato a numerose colonne sonore, da Intervista col vampiro a Insonnia d'amore.
Il violoncellista Rubin Kodheli ha fatto parte di formazioni avventurose, tra classica, rock e avanguardia, come il Nurse Kaya String Quartet; col trio della pianista Lucia Ahn ha accompagnato i balletti post-moderni di David Parsons.
Tyshawn Sorey, un concentrato di energia pura sia alla batteria regolamentare che con un assortimento eterodosso di percussioni, è emerso negli ultimi anni sulla scena free e avant-jazz della Grande Mela con i gruppi del pianista Vijay Iyer, del bassista Sirone anche noto come Norris Jones e del violinista Billy Bang
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