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BETTY JOPLIN & FRIENDS

Betty JOPLIN, voce
Terry LOWER, pianoforte
Rick HICKS, chitarra
Ron BROOKS, contrabbasso
Larry OCHILTREE, batteria

Dal 30 ottobre al 12 novembre 2006
LUNEDI’ 30 VERCELLI Teatro Civico, Via Monte di Pietà, 15, ore 21
MARTEDI’31ASTI Sala Pastrone – Teatro Alfieri , Via Al Teatro 2, ore 21
GIOVEDI’2TORINO Piccolo Regio Puccini, P.zza Castello 215, ore 21
SABATO4CASALE MONFERRATO (Al) Salone Tartara, Piazza Castello, ore 21
DOMENICA5PINEROLO (To) Circolo Sociale, Via Duomo 1, ore 21
MARTEDÌ7ALESSANDRIA Sala Ferrero Teatro Comunale, Via Savona 1, ore 21
MERCOLEDI’8VERBANIA Villa Giulia, Corso Zanitello 6, Pallanza, ore 21
GIOVEDÌ9 OLEGGIO (No) Teatro Comunale, Via Roma 43, ore 21
SABATO11 GAGLIANICO (Bi) Auditorium Comunale, Via XX Settembre 10, ore 21
DOMENICA12 SAVIGLIANO (Cn) Teatro Milanollo, Piazza Turletti 7, ore 21
Betty Joplin

A metà degli anni Ottanta il magistrale crooner afroamericano, Arthur Prysock scelse una giovane vocalista di Lansing, Michigan, come partner canora: Betty Joplin, interprete agrodolce e penetrante nel cui articolato e mobilissimo fraseggio si coglieva nitida l’eco della grande Dinah Washington. Diversi incontri discografici in chiaroscuro tra il baritono profondo di Arthur e lo schietto ma elegante strumento di Betty avvennero proprio sul terreno di classici di Dinah, come “Teach Me Tonight”, che permetteva alla Joplin di esibire una naturale e inquieta alternanza di melodismo e piglio colloquiale, e i pulsanti “A Rockin’ Good Way” e “Baby You’ve Got What It Takes”, (antichi duetti tra la “Regina” e un altro formidabile baritono, Brook Benton), animati dal gustoso contrasto tra il caldo e virile romanticismo di Arthur e le intriganti, sensuali nasalità della girl singer.

Attrazione di importanti festival americani, da Detroit a New Orleans, partner di soul-jazzmen come Fathead Newman e Jack McDuff e dell’orchestra di Mercer Ellington, figlio del grande Duke, Betty Joplin ha ulteriormente personalizzato uno stile forgiato su una bella miscela di richiami a Dinah e ad altre eccellenti stiliste jazz-blues come Esther Phillips o Etta Jones: e nell’album a suo nome del 1996 – Blinded By Love, su etichetta Lake Street – ha mostrato autorevolezza e flessibilità ammirevoli.
La splendida ballata del titolo “rubata” al repertorio di Johnny Adams, la vede modulare con grazia – tra la vibrante plasticità dei medio-bassi e le impennate nel falsetto – matrice gospel e ispirazione profana. Respiro della chiesa e carnalità del blues si combinano creativamente anche in altri grandi standard neri, da “Please Send Me Someone to Love” a “I’m Gettin’ ‘long Alright”, tour de force di sprezzante e immaginosa aggressività bluesy che permette a Betty di render omaggio (tra canto e parlato) a due monumenti del R&B come Big Maybelle e Esther Phillips.
Un decennio più tardi, Dinah e Esther sono ancora tra i punti di riferimento tematici di uno splendido Cd dal vivido colore jazzistico: Visions Of The Moment, un album comprendente mature, dinamiche interpretazioni di sempreverdi antichi e moderni, da “A Cottage for Sale” a “But Beautiful”, da “Sunny” di Bobby Hebb a “Use Me” di Bill Withers.

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