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:: LINGUAGGI JAZZ 2004 ::

AUDREY MORRIS TRIO
Audrey Morris, voce e pianoforte
Saverio Miele, contrabbasso
Paolo Franciscone, batteria

Solisti ospiti:
Luca Begonia, tromba e trombone
Danilo Pala, sassofoni

Pianista dalla sobria eleganza armonica, interprete sofisticata e delicatissima, incantevole per una grazia colloquiale ereditata da maestri come Nat King Cole e Jeri Southern, Audrey Morris è sin dagli anni Cinquanta una delle figure più significative dell'intrattenimento jazzistico a Chicago: una squisita, sensibile raconteuse capace di distillare un'emozionalità sottile quanto complessa da un repertorio scelto con intelligenza tra gli standard meno battuti e le gemme nascoste di compositori celebri e songwriter minori. Grande cultrice del film noir, la cantante-pianista ha realizzato nel 1989 - in solitudine - un omaggio prezioso alle canzoni che tra anni Quaranta e Sessanta hanno integrato le colonne sonore di questo straordinario ciclo della cinematografia americana e che hanno contribuito a renderne taluni episodi memorabili. Nell'album intitolato semplicemente Film Noir , Audrey rivisita due splendidi song cantati originariamente da Nat King Cole, "Blue Gardenia" nell'omonimo film di Fritz Lang e "I'd Rather Have The Blues Than What I've Got" nell'apocalittico Kiss Me Deadly di Robert Aldrich; si ricorda di Hadda Brooks e del suo "I Hadn't Anyone Till You" in una esemplare scena in night club (con Humphrey Bogart e Gloria Grahame seduti ad ascoltare intorno al pianoforte) dal tormentoso In A Lonely Place di Nicholas Ray; recupera la struggente ballad "Again", che Ida Lupino (lei stessa, nella finzione scenica, cantante-pianista) interpretò in Road House di Jean Negulesco; rievoca Lizabeth Scott, torch singer e femme fatale di tanti noir, attraverso "Don't Call It Love" (da I Walk Alone di Byron Haskin) e "A Lovely Way To Spend An Evening"
I(da The Racket di John Cromwell); sposa il fine lirismo di Hoagy Carmichael in quel "Memphis In June" che nel 1945 (cantato dallo stesso compositore, nel ruolo di un tassista lunatico) fece da gentile e intrigante leit motiv per il noir sudista di Edwin L. Marin e Steve Fisher,   l'eccentrico e misterioso Johnny Angel.

l trombonista genovese Luca Begonia è stato "alunno" del gruppo di Clark Terry con il quale si esibito al Blue Note di New York; ha suonato nelle big band di Natalie Cole, di Ray Charles e di Gianni Basso. Si è brillantemente confrontato in numerosi tour europei ed americani con alcuni grandi stilisti del suo strumento, tra cui Bill Watrous e Carl Fontana. Danilo Pala alterna il sax tenore al contralto con grande esperienza. Si è cimentato con tutte le forme del jazz moderno, dall'hardbop, al free, dall'acid jazz al contemporary jazz. Ha suonato con il sassofonista italiano Massimo Urbani e collabora con Antonio Faraò, Bruno Genero   e con il cantautore Mariano Deidda.
La ricerca di un equilibrio tra la tradizione jazzistica e le suggestioni contemporanee caratterizza l'attività del batterista Paolo Franciscone . Durante la sua carriera ha collaborato con formazioni comprendenti musicisti come Norma Winstone, Mal Waldron, Drew Gress, Gianluigi Trovesi, Gianni Coscia, Emanuele Cisi, Claudio Fasoli,   Garrison Fewell, Maria Pia De Vito, Franco Cerri, partecipando   a numerosi Festival   nazionali ed internazionali.
Saverio Miele collabora sia con formazioni classiche che con musicisti di ambito jazzistico. Ha partecipato a numerosi spettacoli teatrali fra cui "Alianti" di Nicola Campogrande (in tour europeo) e, con diverse formazioni, a numerose trasmissioni radiofoniche   e rassegne tra cui   Settembre Musica.


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