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Pianista
dalla sobria eleganza armonica, interprete sofisticata e delicatissima,
incantevole per una grazia colloquiale ereditata da maestri come Nat
King Cole e Jeri Southern, Audrey Morris è sin
dagli anni Cinquanta una delle figure più significative dell'intrattenimento
jazzistico a Chicago: una squisita, sensibile raconteuse capace
di distillare un'emozionalità sottile quanto complessa da
un repertorio scelto con intelligenza tra gli standard meno battuti
e le gemme nascoste di compositori celebri e songwriter minori. Grande
cultrice del film noir, la cantante-pianista ha realizzato nel 1989
- in solitudine - un omaggio prezioso alle canzoni che tra anni Quaranta
e Sessanta hanno integrato le colonne sonore di questo straordinario
ciclo della cinematografia americana e che hanno contribuito a renderne
taluni episodi memorabili. Nell'album intitolato semplicemente Film
Noir , Audrey rivisita due splendidi song cantati originariamente
da Nat King Cole, "Blue Gardenia" nell'omonimo film di Fritz Lang
e "I'd Rather Have The Blues Than What I've Got" nell'apocalittico Kiss
Me Deadly di Robert Aldrich; si ricorda di Hadda Brooks e del
suo "I Hadn't Anyone Till You" in una esemplare scena in night club
(con Humphrey Bogart e Gloria Grahame seduti ad ascoltare intorno
al pianoforte) dal tormentoso In A Lonely Place di Nicholas
Ray; recupera la struggente ballad "Again", che Ida Lupino (lei stessa,
nella finzione scenica, cantante-pianista) interpretò in Road
House di Jean Negulesco; rievoca Lizabeth Scott, torch
singer e femme fatale di tanti noir, attraverso "Don't
Call It Love" (da I Walk Alone di Byron Haskin) e "A Lovely
Way To Spend An Evening" |
I(da The Racket di John Cromwell);
sposa il fine lirismo di Hoagy Carmichael in quel "Memphis In June" che
nel 1945 (cantato dallo stesso compositore, nel ruolo di un tassista
lunatico) fece da gentile e intrigante leit motiv per il noir sudista
di Edwin L. Marin e Steve Fisher, l'eccentrico e misterioso Johnny
Angel.
l trombonista genovese Luca
Begonia è stato "alunno" del gruppo di Clark Terry
con il quale si esibito al Blue Note di New York; ha suonato nelle
big band di Natalie Cole, di Ray Charles e di Gianni Basso. Si è brillantemente
confrontato in numerosi tour europei ed americani con alcuni grandi
stilisti del suo strumento, tra cui Bill Watrous e Carl Fontana. Danilo
Pala alterna il sax tenore al contralto con grande esperienza.
Si è cimentato con tutte le forme del jazz moderno, dall'hardbop,
al free, dall'acid jazz al contemporary jazz. Ha suonato con il
sassofonista italiano Massimo Urbani e collabora con Antonio Faraò,
Bruno Genero e con il cantautore Mariano Deidda.
La ricerca
di un equilibrio tra la tradizione jazzistica e le suggestioni
contemporanee caratterizza l'attività del batterista Paolo
Franciscone . Durante la sua carriera ha collaborato con
formazioni comprendenti musicisti come Norma Winstone, Mal Waldron,
Drew Gress, Gianluigi Trovesi, Gianni Coscia, Emanuele Cisi, Claudio
Fasoli, Garrison Fewell, Maria Pia De Vito, Franco Cerri,
partecipando a numerosi Festival nazionali ed internazionali.
Saverio
Miele collabora sia con formazioni classiche
che con musicisti di ambito jazzistico. Ha partecipato a numerosi
spettacoli teatrali fra cui "Alianti" di Nicola Campogrande (in tour
europeo) e, con diverse formazioni, a numerose trasmissioni radiofoniche e
rassegne tra cui Settembre Musica. |
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