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LINGUAGGI JAZZ Archivio 2003 -TORINO-

Sabato 18 gennaio Piccolo Regio ore 21.15

ART ENSEMBLE OF CHICAGO
REUNION

Roscoe Mitchell, sassofoni, flauto e percussioni
Malachi Favors, basso e percussioni
Joseph Jarman, sax tenore, soprano e percussioni
Famoudou Don Moye, percussioni

Art ensemble of Chicago
Linguaggi Jazz 2003 apre con una deflagrazione, ospitando il ritorno dello storico Art Ensemble Of Chicago. È una "prima" ufficiale dopo la scomparsa di Lester Bowie (avvenuta l'8 novembre 1999) con la partecipazione del sassofonista Joseph Jarman che aveva lasciato il gruppo nel 1993. Se si vuole far risalire la fondazione al 1967, quando il quartetto composto da Mitchell, Bowie, Favors e il batterista Philip Wilson - poi con la blues band di Paul Butterfield - adotta per la prima volta la denominazione "Roscoe Mitchell Art Ensemble", l'avvenimento coincide anche col trentacinquennale.
L'AEoC sorge da una costola delle attività di Muhal Richard Abrams, pianista, compositore, capo della Experimental Band e fondatore, nel 1965, della AACM - Association for the Advancement of Creative Music. Siamo nel decennio in cui "Revolution!" è la parola d'ordine, anche in musica, della nuova consapevolezza. L'associazione, che aggregava su basi cooperative una cinquantina di musicisti, aveva lo scopo di dare visibilità (e ingaggi) alle forme più avanzate di arte e musica della comunità nera.
Nelle parole di Philip Carles, l'AEoC si proponeva di "illustrare ed esplorare tutte le fasi e tutte le possibilità della Great Black Music", alternando "storia e attualità, riferimenti e parodie, serio e faceto, facendo uso di trovate teatrali e di un armamentario sonico simile a un museo di etnomusicologia".
Fedele ai propri propositi, il gruppo è un paradigma di meditata sintesi e sperimentazione, "che guarda all'antico per prefigurare il futuro", rintracciando le radici del jazz negli antichi tent shows, chiese, bordelli, teatrini segregati e orchestre da ballo fino a prefigurare il suo sviluppo dimusica da concerto sofisticata e virtuosistica, raffigurando il suono del mondo così come è o come potrebbe diventare.
L'AeoC fu l'incontro di personalità e di esperienze differenti. Roscoe Mitchell, una delle figure più coerenti e rigorose della vicenda del jazz, faceva da contraltare a personaggi come Jarman, Moye e Favors, la cui ammirabile valentia, in tecnica e improvvisazione strumentale, si accompagnava ad una teatralità debordante: abbigliamento flashy, maschere e pitture sul volto.
Bowie, infine, si era costruito il modus operandi alla tromba adottando sonorità, voci ed effetti timbrici tipici di un suonatore di sassofono. Quando capitò per la prima volta ad una session della AACM osservò divertito "non ho mai visto in vita mia tanti pazzoidi riuniti insieme nella stessa stanza!" Conservava sia gli elementi formali del jazz pre-moderno di Cootie Williams che l'immediatezza sintattica del R&B di St. Louis; non per niente era compagno di spogliatoio di Oliver Sain, Albert King e Little Milton e aveva sposato una nascente diva soul, Fontella Bass. Ai concerti si presentava in camice bianco da medicine man, il somministratore di rimedi per ogni malanno, tipico della tradizione nero-americana.
Anche a Lester "Doc" Bowie è dedicata la Reunion, proclama Mitchell, che nonostante coltivi interessi artistici sconfinati - si è anche dedicato a Bach, per flauto traverso e clavicembalo - ha allestito per l'Ensemble un nuovo set di percussioni. "L'Art Ensemble Of Chicago è vivo. Lester non avrebbe voluto che finisse, né lo vogliamo noi!"


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