Indietro | LINGUAGGI JAZZ Archivio 2003
-TORINO- |
Sabato 18 gennaio Piccolo
Regio ore 21.15 ART ENSEMBLE OF CHICAGO REUNION Roscoe Mitchell, sassofoni, flauto e percussioni Malachi Favors, basso e percussioni Joseph Jarman, sax tenore, soprano e percussioni Famoudou Don Moye, percussioni |
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Fedele ai propri propositi, il gruppo è un paradigma di meditata
sintesi e sperimentazione, "che guarda all'antico per prefigurare
il futuro", rintracciando le radici del jazz negli antichi tent shows, chiese, bordelli, teatrini segregati e orchestre
da ballo fino a prefigurare il suo sviluppo dimusica da concerto sofisticata e virtuosistica, raffigurando
il suono del mondo così come è o come potrebbe diventare.
L'AeoC fu l'incontro di personalità e di esperienze differenti. Roscoe Mitchell, una delle figure più coerenti e rigorose della vicenda del jazz, faceva da contraltare a personaggi come Jarman, Moye e Favors, la cui ammirabile valentia, in tecnica e improvvisazione strumentale, si accompagnava ad una teatralità debordante: abbigliamento flashy, maschere e pitture sul volto. Bowie, infine, si era costruito il modus operandi alla tromba adottando sonorità, voci ed effetti timbrici tipici di un suonatore di sassofono. Quando capitò per la prima volta ad una session della AACM osservò divertito "non ho mai visto in vita mia tanti pazzoidi riuniti insieme nella stessa stanza!" Conservava sia gli elementi formali del jazz pre-moderno di Cootie Williams che l'immediatezza sintattica del R&B di St. Louis; non per niente era compagno di spogliatoio di Oliver Sain, Albert King e Little Milton e aveva sposato una nascente diva soul, Fontella Bass. Ai concerti si presentava in camice bianco da medicine man, il somministratore di rimedi per ogni malanno, tipico della tradizione nero-americana. Anche a Lester "Doc" Bowie è dedicata la Reunion, proclama Mitchell, che nonostante coltivi interessi artistici sconfinati - si è anche dedicato a Bach, per flauto traverso e clavicembalo - ha allestito per l'Ensemble un nuovo set di percussioni. "L'Art Ensemble Of Chicago è vivo. Lester non avrebbe voluto che finisse, né lo vogliamo noi!" |
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