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Artista multiforme e sensibile, l'evoluzione
di Amina Claudine Myers rappresenta una preziosa sintesi tra varie
forme di espressività dell'America nera. Cresciuta nel Deep
South negli anni Quaranta, ha iniziato a studiare il pianoforte da
bambina, a Blackwell, Arkansas.
Durante la preadolescenza, in Texas, è attiva nella doppia veste di pianista
e insegnante di canto in varie chiese dell'area metropolitana di Dallas - Fort
Worth. Tornata con la famiglia nell'Arkansas, dirige quartetti come i Gospel
Four e i Royal Hearts, esibendosi in luoghi di culto e nelle scuole superiori
nere. Allo stesso tempo frequenta corsi di musica classica europea al Philander
Smith College di Little Rock, conseguendo la laurea e l'abilitazione all'insegnamento.
Nei Sessanta, mentre è a Chicago ad insegnare nelle scuole pubbliche (lo
farà per sei anni), si avvicina ai precetti della moderna improvvisazione:
si aggrega alla AACM, la Association for the Advancement of Creative Music fondata
dal pianista e |
compositore Muhal Richard Abrams con lo scopo dichiarato di dare
visibilità e opportunità di lavoro alle forme più avanzate
di arte della comunità nera.Quando nel 1976 Amina approda a New York è già una
concertista affermata, che si è messa in luce come organista nei gruppi
di Sonny Stitt e Gene Ammons. Da allora è diventata una frequentatrice
costante della scena jazz nei due continenti, apparendo con Lester Bowie, David
Murray e la Liberation Orchestra di Charlie Haden, dirigendo pièces teatrali
e balletti e dedicandosi a numerose attività discografiche e dal vivo a
proprio nome.
Il suo vasto background le consente di muoversi con
spirito e intelligenza tra l'avanguardia jazzistica, il country blues
meridionale e il più smaliziato
R&B urbano. In qualsiasi contesto scelga di operare - trio, quartetto, sestetto
o un intero Voice Choir - combina la spontaneità degli improvvisi del
jazz con la presa del pop più duraturo, riconoscendo con esattezza il
punto dove le due estetiche musicali coincidono. E se la maggior parte dei colleghi
nel music business misura il proprio successo sul volume delle vendite dell'ultimo
album, Myers, per molti versi un modello di integrità e di coerenza, risponde
ad un'Autorità superiore, l'oggetto della sua incrollabile fede religiosa:
il terreno comune della sua arte resta infatti la fervente soulfulness degli
spiritual afro-americani.
Nelle ripetute occasioni in cui lo squillante, provocatorio, evocativo soprano
di Amina Claudine Myers si è confrontato con i versanti profani della
tradizione ha fornito un preciso e illuminante punto di vista sul blues. Nel
1980 visitò con grazia e passione la figura e il songbook di
Bessie Smith in un mirabile "Saluto" all'imperatrice. Ora, in squisita
solitudine, si misura con l'eredità di un altro gigante, John Lee Hooker,
in un personale e inconfondibile tributo al re del Boogie, scomparso il 21 giugno
2001. |
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