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:: LINGUAGGI JAZZ 2004 ::
Sabato 20 marzo - Piccolo Regio Puccini ore 21

AMINA CLAUDINE MYERS
Tribute to JOHN LEE HOOKER

Amina Claudine Myers, pianoforte e voce

Artista multiforme e sensibile, l'evoluzione di Amina Claudine Myers rappresenta una preziosa sintesi tra varie forme di espressività dell'America nera. Cresciuta nel Deep South negli anni Quaranta, ha iniziato a studiare il pianoforte da bambina, a Blackwell, Arkansas.
Durante la preadolescenza, in Texas, è attiva nella doppia veste di pianista e insegnante di canto in varie chiese dell'area metropolitana di Dallas - Fort Worth. Tornata con la famiglia nell'Arkansas, dirige quartetti come i Gospel Four e i Royal Hearts, esibendosi in luoghi di culto e nelle scuole superiori nere. Allo stesso tempo frequenta corsi di musica classica europea al Philander Smith College di Little Rock, conseguendo la laurea e l'abilitazione all'insegnamento.
Nei Sessanta, mentre è a Chicago ad insegnare nelle scuole pubbliche (lo farà per sei anni), si avvicina ai precetti della moderna improvvisazione: si aggrega alla AACM, la Association for the Advancement of Creative Music fondata dal pianista e
compositore Muhal Richard Abrams con lo scopo dichiarato di dare visibilità e opportunità di lavoro alle forme più avanzate di arte della comunità nera.Quando nel 1976 Amina approda a New York è già una concertista affermata, che si è messa in luce come organista nei gruppi di Sonny Stitt e Gene Ammons. Da allora è diventata una frequentatrice costante della scena jazz nei due continenti, apparendo con Lester Bowie, David Murray e la Liberation Orchestra di Charlie Haden, dirigendo pièces teatrali e balletti e dedicandosi a numerose attività discografiche e dal vivo a proprio nome.
Il suo vasto background le consente di muoversi con spirito e intelligenza tra l'avanguardia jazzistica, il country blues meridionale e il più smaliziato R&B urbano. In qualsiasi contesto scelga di operare - trio, quartetto, sestetto o un intero Voice Choir - combina la spontaneità degli improvvisi del jazz con la presa del pop più duraturo, riconoscendo con esattezza il punto dove le due estetiche musicali coincidono. E se la maggior parte dei colleghi nel music business misura il proprio successo sul volume delle vendite dell'ultimo album, Myers, per molti versi un modello di integrità e di coerenza, risponde ad un'Autorità superiore, l'oggetto della sua incrollabile fede religiosa: il terreno comune della sua arte resta infatti la fervente soulfulness degli spiritual afro-americani.
Nelle ripetute occasioni in cui lo squillante, provocatorio, evocativo soprano di Amina Claudine Myers si è confrontato con i versanti profani della tradizione ha fornito un preciso e illuminante punto di vista sul blues. Nel 1980 visitò con grazia e passione la figura e il songbook di Bessie Smith in un mirabile "Saluto" all'imperatrice. Ora, in squisita solitudine, si misura con l'eredità di un altro gigante, John Lee Hooker, in un personale e inconfondibile tributo al re del Boogie, scomparso il 21 giugno 2001.



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