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BLUES AL FEMMINILE 2008

18a edizione

ALEXIS P. SUTER BAND

ALEXIS P. SUTER, VOCE SOLISTA
VICKI BELL, VOCE
LINDA PINO, VOCE
JIMMY BENNETT, TASTIERE
PETER BENNETT, BASSO
RAY GRAPPONE, BATTERIA

Dal 12 al 24 novembre 2008
Inizio concerti ore 21
MERCOLEDI’ 12 VERBANIA (VB) Centro Incontro Sant'Anna, Corso Belgio 1
GIOVEDI’ 13 CASALE MON.TO (Al) Salone Tartara, Piazza Castello
SABATO 15 TORINO Piccolo Regio Puccini, P.zza Castello 215
DOMENICA 16 PIOSSASCO (To) Teatro Il Mulino, Via Riva Po 9
MARTEDI’ 18 ASTI Sala Pastrone - Teatro Alfieri, Via Al Teatro 2
MERCOLEDI’ 19 ALESSANDRIA Sala Ferrero del Teatro Comunale, Via Savona 1
VENERDI' 21 MEZZOMERICO (No) Chiesa Parrocchiale Santi Giacomo e Filippo Via Chiesa
SABATO 22 GAGLIANICO (Bi) Auditorium Comunale, Via XX Settembre 10
DOMENICA 23 SAVIGLIANO (Cn) Teatro Milanollo, Piazza Turletti 7
LUNEDI’ 24 VERCELLI Teatro Civico, Via Monte di Pietà, 15
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Alexis P. Suter

Newyorkese di Brooklyn, la portentosa ed esplosiva
Alexis P. Suter appartiene a quella nutrita schiera di artisti afroamericani di seconda generazione che stanno rinnovando la scena blues del nuovo secolo: assieme a Shemekia Copeland, figlia del bluesman texano
Johnny Copeland, a
Syleena Johnson, che deve nome e talento al padre Sy Johnson, uno dei miti del soul di Chicago, e – sul versante maschile - a Eric Bibb, ispirato dal padre, il cantante folk Leon Bibb, e a Guy Davis, figlio di una coppia di grandi attori di Broadway e Hollywood, Ossie Davis e Ruby Dee.
La madre di Alexis, Carrie, era un’insegnante di musica e una cantante di grande talento che lavorò con figure leggendarie della scena gospel e folk, da Mahalia Jackson a Harry Belafonte a Sister Rosetta Tharpe: e che espose la figlia alla vibrante intensità dell’espressione religiosa nera sin da bambina, integrandola già all’età di quattro anni nella propria corale e facendola partecipare a concerti e a musical di ispirazione gospel.
Dotata di un contralto tonante e scurissimo, tendente alla tessitura del baritono,
Alexis P. Suter ha sempre conservato la veemente naturalezza e il senso predicatorio dell’educazione gospel: ma ha via via accolto nella sua personale immagine artistica la sanguigna e voluttuosa eloquenza blues di Ruth Brown, il dinamismo funky di gruppi come War e il tornito e suadente rapping e crooning di Isaac Hayes, il “Mosè Nero” del Memphis Sound.
Stella di scenari underground oltre che solista con cori gospel newyorkesi, Alexis ha rivelato di recente tutta la sua incendiaria emozionalità come attrazione della band del popolare rocker sudista Levon Helm e con un album a suo nome su etichetta Hipbone.
Intitolato Shuga Fix e composto interamente di temi originali, il disco è dominato dal singolarissimo, quasi mascolino strumento vocale della Suter, con la sua grana fuligginosa e il suo fremito imperioso: uno strumento che spazia dal puro funk di “All Night Long” alla notturna ferocia rock-blues di “Rollin’ and Tumblin’” (con echi di Howlin’ Wolf) e che acquista una straordinaria presenza drammatica in ballate soul-blues come “Never” e in brani dal piglio celebrativo e gospelizzante come “More to This”. C’è anche un lato sorprendentemente vulnerabile nella sua muscolosa vocalità, e Alexis lo ha rivelato  rivisitando il suggestivo bozzetto di Randy Newman, “Louisiana 1927”, che lei ha aggiornato nei riferimenti politici e dedicato, commossa, alla New Orleans tragicamente ferita dall’uragano Katrina.
Lo stesso brano è una delle highlights del  Cd/DVD registrato dal vivo nello studio di Helm (Live at the Midnight Ramble). Qui, attraverso un eccitante percorso di temi di sua composizione come “Sister Mary”, “Teacher Man” o “Hole That I’m In” (ma anche classici quali “I’m a Ram” di Al Green e “Built For Comfort” di Willie Dixon), un ardente interplay con la band del chitarrista Jimmy Bennett e del tastierista Bruce Katz e un ben contrastato gioco dialettico con le voci di accompagnamento, Alexis P. Suter conferma tutta la sua devastante impetuosità di sciamana e storyteller blues, la più autentica, magnetica e coinvolgente nel melting pot musicale di questo inizio di secolo. Ma la sua crescita è continua: e il recentissimo Just Another Fool aggiunge squisiti quadretti acustici come “In The City” e episodi di introspettiva e tormentosa eloquenza come “Imagination”, “You Don’t Know Me” e la soul ballad del titolo.

Per informazioni:
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Via Pomba 4 - 10123 Torino
Tel. ++39 011/884477
Fax ++39 011/8122345
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