Nato nel 1989 a Vittoria, in provincia di Ragusa, Francesco Cafiso era ancora minorenne quando, nel 2005, la rivista francese Jazz Magazine lo additò tra le promesse del jazz mondiale; prima ancora, e Francesco di anni ne aveva tredici, era stato notato da Wynton Marsalis, che lo ascoltò al festival di Pescara mentre era in duo con Franco D’Andrea e lo volle come ospite per il proprio tour europeo del 2003. Fu il primo anello di una catena di fondamentali esperienze internazionali. Nel 2004 Cafiso è a New York, dove riceve l’ambito premio messo in palio dall’International Jazz Festivals Organization davanti a una platea composta dal gotha dei più importanti musicisti e promotori del settore. Suona all’Hotel Hilton, alla Carnegie Hall e al prestigioso Lincoln Center.
Tornerà ripetutamente negli Usa, non solo nella grande Mela ma pure a Nouvelle Orleans, dove l’intera famiglia Marsalis lo accoglie come un consanguineo e, il 19 gennaio 2009, a Washington, D.C., dove ha suonato, unico italiano, durante i festeggiamenti in onore del presidente Barack Obama e del Martin Luther King Jr. Day. Il 17 luglio 2009 Umbria Jazz lo ha nominato "ambasciatore della musica jazz italiana nel mondo".
Non è naturalmente la precocità il principale motivo di interesse per il wonderboy siciliano.
Cafiso padroneggia uno stile suo proprio, dal suono pieno, forte e gentile allo stesso tempo. Ha inciso undici album come leader; con l’ultimo, il solare A New Trip, |
ha inaugurato l’eccellente Island Blue Quartet, una formazione senzabatteria dove il leader si smarca dall’iniziale influenza di Charlie Parker e affronta nuove composizioni, che recano la firma sua e dei suoi degni compagni di avventura, tutti siciliani.
Dino Rubino, che considera Francesco un fratello minore, è suo fedele accompagnatore al piano, sia in duo che in quartetto, ma nell’Island Blue si dedica alla tromba. Diplomato in pianoforte classico, Rubino si innamorò del suo “altro” strumento dopo aver ascoltato un concerto di Tom Harrell. Studiò seriamente con Paolo Fresu per poi vincere il premio Massimo Urbani nel 1998, a diciassette anni, e attirare l’attenzione di un talent scout d’eccezione come Enrico Rava, il quale lo ritiene un giovane trombettista “migliore di tutti noi”. Dal 2005 è ritornato a sedersi alla tastiera, e ora si divide felicemente tra le sue due passioni.
Il pianoforte del “blu dell’isola” è affidato al messinese Giovanni Mazzarino. Titolare di una dozzina di dischi dove è leader di varie formazioni e pianista preferito di Mark Murphy e di altri cantanti di vaglia, rappresenta l'essenza del jazz colto italiano. Completa la formazione Rosario Bonaccorso, fra i musicisti italiani più autorevoli e rappresentativi in campo internazionale. Ha la base operativa a Parigi, dove è il fulcro di una serie di progetti franco-italiani con Stefano Di Battista e Flavio Boltro. |