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BLUES AL FEMMINILE 2009

19a edizione

Mercoledì 9 dicembre ore 18.15

Cinema Fratelli Marx – Corso Belgio 53, Torino

THE MEMBER OF THE WEDDING di Fred Zinnemann (USA 1952, colore, 90 minuti, in originale con sottotitoli inglesi), con ETHEL WATERS, Julie Harris, Brandon De Wilde.
Extra: DOROTHY DANDRIDGE, i Nicholas Brothers e l’orchestra di Glenn Miller in “Chattanooga Choo Choo”, da SUN VALLEY SERENADE di H. Bruce Humberstone (USA 1941), 11 minuti.
Extra: LENA HORNE in “Honeysuckle Rose” da THOUSANDS CHEER di George Sidney (USA 1943), in “Paper Doll” da TWO GIRLS AND A SAILOR di Richard Thorpe (USA 1944) e in “Just One of Those Things” (USA 1942), circa 16 minuti.

Diretto da Fred Zinnemann nello stesso anno di  High Noon (Mezzogiorno di fuoco) e alla vigilia di altri due capolavori  del regista di origine viennese (From Here to Eternity e Oklahoma!),  The Member of the Wedding è una delle più eloquenti traduzioni  hollywoodiane di un capolavoro letterario: la fonte è qui il  "Bildungsroman" della georgiana Carson McCullers che porta lo stesso  titolo e che l’autrice aveva già rivisitato in chiave teatrale per i  palcoscenici di Broadway.
Dramma domestico intriso di eccentrici umori  sudisti e finemente giocato su un intreccio di confronti interrazziali  e intergenerazionali, Il membro del matrimonio fu interpretato tanto a teatro che al cinema da una coppia femminile straordinaria, quella  formata da Julie Harris, ultraventicinquenne ma impeccabile nel ruolo  di Frankie, irrequieta e visionaria dodicenne, e da Ethel Waters, nella  parte della sua attempata “mammy” e confidente.

Benché il film sia  illuminato da una sola performance canora della Waters, una schietta e  toccante lettura a cappella dello spiritual “His Eye Is on the Sparrow”  (il brano che divenne una sorta di theme song nell’ultima parte della  sua carriera), la grande cantante-attrice della Pennsylvania, che al pari di Julie fu nominata per l’Oscar, dona un respiro musicale pensoso  e cangiante ad ogni scena di cui è protagonista, attraverso la densa  veracità del linguaggio corporeo, la ricca plasticità della mimica  facciale e soprattutto la melodia e il ritmo della recitazione, la  filigrana bluesy di una voce che non manca mai di sorprendere per la  sua palpitante combinazione di eleganza e colloquialità.

In chiavi ben  distinte, queste caratteristiche sono state rielaborate da sue  discepole come Dorothy Dandridge (che vediamo poi assieme agli acrobatici  Nicholas Brothers nell’incantevole sceneggiata musicale costruita  attorno a “Chattanooga Choo Choo” di Harry Warren e Mack Gordon) e Lena Horne, sempre magnetica e invitante in un collage di sue prove  cinematografiche degli anni Quaranta e Cinquanta.


Per informazioni:
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Via Pomba 4 - 10123 Torino
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Fax ++39 011/8122345
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